Fare un viaggio fra alcuni dei migliori biscottifici che sfornano delizie dalla storia illustre, fatti con ingredienti genuini, è un piacere senza tempo: sedersi insieme davanti ad un vassoio di dolcezze profumate, narrandone l’origine a figli o nipoti durante i giorni di festa, è un’esperienza che lascia una traccia indelebile nei nostri sensi, nei nostri ricordi.

La culla del biscotto storico e riconosciuto in tutto il mondo la incontriamo a Prato, in Toscana, nella bottega di Antonio Mattei, dove si mangiano da oltre 160 anni gli originali biscotti di Prato con le mandorle. Sì, perché già dal 1861 furono presentati alle più celebri “Esposizioni” (Expo) riscuotendo gran successo e diventando vessilli della pasticceria secca italiana.
Arrivando a Casale Monferrato si viene guidati dall’olfatto a seguire quell’inconfondibile profumo di biscotti fino a incontrarli: ecco dei prodotti semplici ma dal gusto pieno e antico, sono i Krumiri Rossi, farina di grano tenero, uova fresche, burro, zucchero, vanillina pura, ossia gli ingredienti di sempre, da quando nel 1878 Domenico Rossi decise di dedicare dei biscotti ai suoi amici.
Tappa a Chivasso in Piemonte per mangiare i Nocciolini: si tratta di piccoli dolci a base di meringa e nocciole piemontese tipici della città di Chivasso, nota a inizio ‘900 per essere un centro d’incontro grazie ai suoi numerosi bellissimi caffè alla moda.

A Parona, nella terra delle risaie pavesi si scoprono le Offelle di Parona, dolcezze ovali che profumano di olio d’oliva da circa cinquant’anni.
Se il tiramisù potesse parlare chiederebbe di essere preparato con i Savoiardi di Fonni Moro: hanno l’aspetto dei savoiardi tradizionali ma con dimensioni maggiorate. Gli ingredienti sono semplici e del territorio come le sue origini, arrivano infatti da un paesino di montagna della Barbagia, dove il paesaggio è spettacolare.
Gli amaretti di Saronno sono un’originale creazione la cui ricetta in pochi conoscono, a base di zucchero, armelline (ovvero noccioli di albicocche) e albume. Fu Lazzaroni a idearlo (e brevettarlo) in occasione della visita dell’Arcivescovo di Milano al Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno del 1718.
Mondovì ha dato i natali a biscotti come le Melighe, frollini friabili e dal gusto deciso, che vantano radici antichissime. E’ stato creato un Consorzio delle Paste di Meliga del Monregalese per tutelare la ricetta e salvaguardarla da imitazioni industriali di mediocre livello.

Come baci sulla bocca i Baci di dama di Tortona fanno felici: sono due semisfere di farina di mandorle e nocciole, burro, zucchero, farina, attaccate da uno strato di cioccolato fondente.
Farina burro e zucchero per i Torcetti Biellesi, i biscotti del 1700 la cui ricetta ufficiale si legge nel “Trattato di pasticceria Moderna” del cuoco di corte Giovanni Vialardi del 1854.
Ad Aosta, bisogna provare le Tegole valdostane, biscotti a forma di tegole che furono creati dalla famiglia Boch dopo un’ispirazione da ricette della Normandia.
Tappa a sud per assaggiare il Biscotto di Ceglie, per il quale tutti gli ingredienti, ossia mandorle spellate e tritate, marmellata, miele, rosolio di agrumi, uova e scorzetta di limone (eccetto lo zucchero), sono locali, dell’agro di Ceglie Messapica (Brindisi).
Gli Mpanatigghi invece arrivano dalla Sicilia ed hanno un ingrediente inedito in un prodotto dolciario: la carne di manzo. Ha la forma di semiluna e contiene tutti i profumi della Sicilia. Provare per credere, a Modica, allo stesso indirizzo nel quale spopolano le tavolette del caratteristico cioccolato preparato a freddo.
Concludiamo il nostro viaggio nel centro storico di Siena. Il nostro viaggiatore dovrà godersi con calma questa passeggiata in una delle città più belle del mondo, nella quale è stato partorito un altrettanto ottimo biscotto, il Ricciarello di Siena, il primo prodotto dolce italiano ad aver ottenuto la tutela IGP dall’Unione Europea.
Autore Nadia Baldi,