Pasticceria e antichità
Si parte da preparazioni molto semplici, e lontane dal moderno concetto di dolce. Ritrovamenti riguardanti l’Antico Egitto sembrano dimostrare l’esistenza di dolci dalle forme svariate, spesso destinati alle divinità, così come pare che furono proprio gli Egiziani a comprendere come mettere in atto quella magica operazione che è la lievitazione. Le fonti storiche, in ogni caso, sono davvero poche per dare certezze, e quasi fino all’anno Mille ci si muove sul filo delle ipotesi.
Dolci di vario tipo, legati e addolciti dal miele, e arricchiti da frutta secca, vino, formaggi morbidi, caratterizzavano le tavole di Greci e Romani, e talvolta i loro poeti ne fanno cenno. I vari ingredienti venivano messi insieme in combinazioni che forse oggi ci farebbero storcere il naso.
Pasticceria e Medioevo
L’età medievale: quando il Cristianesimo fu esasperato e ridotto a restrizioni. Digiuni e penitenze facevano da padroni. Paradossalmente, le preparazioni dolci si facevano solo nei conventi, ma i loro nomi erano già un’espiazione: roba come sospiri, o supplicazioni. Molti di questi, con varie modifiche, sono arrivati fino a oggi. Sempre legate all’ambiente monastico, dal 1200, le prime fonti scritte, che talvolta rappresentano delle vere e proprie ricette.
Fondamentali, nel periodo medievale, i contatti con gli Arabi. Che diedero i numeri – letteralmente – ma anche le spezie. Cannella, zafferano, chiodi di garofano iniziarono a essere utilizzati dai cuochi aristocratici del tempo, così come lo zucchero di canna, non considerato però ancora cuore della pasticceria, e molto caro.
Oltre all’uso delle spezie dobbiamo agli Arabi, abilissimi pasticcieri, l’invenzione del sorbetto e l’aggiunta, a quelle che erano le nostre non ancora radicate tradizioni, dell’arte degli infusi e della lavorazione della pasta di mandorle.
Pasticceria tra ‘500 e ‘600
Alle tavole dei nobili rinascimentali la produzione di dolciumi si moltiplica. Le ricette cominciano a somigliare a quelle di oggi – ad esempio, alla corte di Ludovico il Moro pare sia stato inventato il panettone – e nascono ricettari specifici, dedicati proprio alla pasticceria.
Nel frattempo il signor Cristoforo Colombo apre le porte a un mondo sconosciuto e a meraviglie che non si diffondono subito ma che sono destinate a cambiare la storia dei dolci: il cacao, seme prezioso che avrebbe fatto la felicità di intere generazioni future, e la barbabietola da zucchero, grande amica di tutte le interrogazioni di geografia del ‘900.
Pasticceria dal ‘700 fino a oggi
Lo zucchero estratto dalla barbabietola si diffonde nella classe borghese. Di lì a poco la rivoluzione industriale ne favorisce la diffusione di massa. È la svolta. È la rivoluzione del mondo del dolce.
Il punto di arrivo lo conosciamo. La moderna concezione di pasticceria. Arte raffinata, golosissima e alla portata di tutti. Ramo fondamentale della gastronomia. L’Italia vanta un’innumerevole lista di specialità dolci.
Autore Max